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Ritrovare la Luce: Il Mio Percorso Olistico per Superare i Momenti Bui

Sicuramente, chi più e chi meno, capita a tutti nella vita di affrontare un periodo buio, che sia più o meno serio (nel senso di diagnosticato e debilitante) o più leggero, ma comunque che ci faccia vedere tutto in maniera negativa.

Diventando adulti, con la crescita delle responsabilità, e con i figli, la pressione mentale aumenta e anche affrontare le sfide quotidiane può diventare un’impresa insormontabile.


Personalmente, ho avuto diversi periodi piuttosto grigi negli ultimi anni (così come lo era il tempo) e l’ultima ondata è stata davvero pesante, mi ha lasciato segni - anche fisici- ed è stato proprio come risalire da un profondo abisso.


In passato avevo già suggerito alcuni titolo di libri che mi hanno aiutata molto a risalire mentalmente, ma nel concreto ho seguito un percorso, molto personale e sicuramente olistico.


Un percorso olistico è un cammino di crescita personale e benessere che considera l’individuo nella sua totalità, integrando mente, corpo ed emozioni. Si basa su discipline e pratiche che promuovono l’equilibrio e l’armonia, come la meditazione, la naturopatia, lo yoga, la mindfulness e altre tecniche energetiche. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita, stimolare l’autoconsapevolezza e favorire un benessere profondo e duraturo.


Bene, se sei curiosa/o ecco che cosa mi ha aiutato, e mi aiuta ancora, a superare periodi difficili.


Ascoltare la musica

Mi sono creata diverse playlist su spotify, raggruppandole per stati d’animo: ho a super happy vibes, o quella che raggruppa ore ed ore di canzoni che mi fanno sentire bene. Quella dei ricordi felici, quella legata ad un Paese, quella in comune con la mia migliore amica e così via. La musica riempie le mie giornate, non potrei vivere senza ascoltarla, dalla macchina alla mattina a lavoro o in casa sullo speaker. Mi fa star bene e costantemente cerco nuovi ritmi e melodie che risuonino con la mia anima. Un mix in particolare girava a ripetizione, su youtube: Ancestrall Cacao Dance. Amo la sua energia, ed immaginarmi in una ecstatic dance, un giorno, in brasile, circondata solo dalla natura rigogliosa e da persone affini a me.


Fare movimento

Muoviti, suda, senti i muscoli che si ossigenano. Balla, salta, solleva pesi, vai in bici, fai yoga o pilates. Quando sei triste, soprattutto. Il corpo trattiene le emozioni, ci blocca, si piazzano sulle nostre spalle incurvando e facendoci venire mal di testa, sulla pancia, sui fianchi. Diventiamo rigidi, non solo per il lavoro statico, ma anche perché non sappiamo più liberarci delle emozioni e farle fluire. Ci dicono fin da piccoli di non sbattere i piedi o di non urlare. Ci impongono di stare fermi, quando invece vorremmo far uscire la nostra rabbia ed energia che si è legata al nostro corpo. 

Quando abitavo in Olanda prendevo la bici e correvo sulle strade per arrivare fino alla spiaggia di Scheveningen, contro vento, e poi correvo fino al mare. L’aria frizzante bruciava dentro i polmoni, le lacrime scottavano sulle guance, ma era l’unico modo al momento per liberare tutta quella massa nera di tristezza che mi riempiva il cuore. Ma non solo se stai male… Muoversi aiuta a mantenere uno stato di benessere generale. Quest’anno mi sono non solo iscritta in palestra, ma pratico e insegno pilates e ho scoperto una disciplina che mi aiuta tantissimo a farmi stare bene, Tamboo.


Supporto professionale

Necessario in alcuni casi. Oltre a vedere settimanalmente una psicologa, quando stavo in Olanda andavo anche da una terapista che lavorava molto con il corpo: come le emozioni si manifestano fisicamente, ma anche nel campo morfo-genetico. Sono così venuta a scoprire il lavoro delle costellazioni familiari di Hellinger, e lavori sistemici di gruppo. Non è stato facile, ma tutte queste cose insieme hanno letteralmente "tirato fuori" tanto, e aiutato a processare e capire ciò che stavo affrontando. Personalmente, consiglierei a tutti di frequentare sia incontri di costellazioni familiari che di provare la terapia sistemica, un vero punto di svolta per me.


Terapie alternative

Senza nulla togliere alla medicina tradizionale - di cui per fortuna non ho avuto bisogno - mi sono avvicinata molto al mondo delle terapie definite “alternative”, che forse però sono quelle più antiche e tradizionali di culture antiche, andatesi poi perse negli anni. 

Lo Yoga, inteso nella sua totalità, inserito come pratica quotidiana e all’interno di un vero e proprio rituale è stato il punto di risalita. Con esso, quindi l’Ayurveda e la meditazione.

LAyurveda è un antico sistema di medicina tradizionale indiana, il cui nome deriva dal sanscrito e significa "scienza della vita" (Ayur = vita, Veda = conoscenza). Basato su un approccio olistico, considera l'equilibrio tra corpo, mente e spirito essenziale per la salute e il benessere. Inizialmente seguita da una terapista, ho ampliato le conoscenze in questo campo sia in maniera autodidatta che seguendo corsi (online e in presenza). Al di là dell’effettivo aiuto che ne ho tratto per conoscere e capire molto di più di me stessa, ne ho tratto davvero un beneficio enorme personale che condivido ogni volta che posso. 

Sempre nello stesso periodo, sono venuta a conoscere il Reiki, un’altra pratica “alternativa” che mira al riequilibrio energetico, e ho scoperto l’uso di pietre e cristalli combinandoli al Reiki. 

Nel giro di circa un anno, è stato come se mi si fosse aperte la mente ad una conoscenza che in realtà avevo sempre avuto ma mai voluto guardare. Sarò sempre grata di aver aperto gli occhi verso questo “mondo” che, al giorno d’oggi, abbiamo quasi completamente perso.

Lasciarsi andare anche verso questo tipo di conoscenza, la riscoperta di cibi tradizionali e di come ciò che mangiamo influenza anche i nostri stati d’animo, la meditazione, l’energia vitale che circola dentro e fuori di noi mi ha senza dubbio dato una grande spinta per ritornare a vedere il mondo a colori.


Amicizie

Potrebbe sembrare scontato, ma non lo è. Ho scoperto che ci sono tantissime persone che non possono dire di avere amici “veri” accanto. Io mi sento molto fortunata, perché, invece, ho tantissimi amici a cui poter chiedere aiuto. E queste amicizie, hanno senza dubbio giocato un ruolo fondamentale: nei momenti più tristi sono loro che ci sono sempre stati, da sempre. La mia certezza è sapere che loro ci sono per me, così come io ci sono per loro. 


Piccole routine

Ognuno sa ciò che è meglio per se stesso/a, dobbiamo imparare però ad ascoltarci di più.

Non mi piace la parola routine, quasi mi spaventa, ma se applicata con coscienza possiamo utilizzarla al meglio senza dubbio. Di fronte a momenti bui, avere delle certezze fa sempre bene. E se non riusciamo a trovarle fuori, possiamo crearle noi.

Un bicchiere d’acqua appena svegli.

Un momento per meditare, con una mano sul cuore

Ascoltare il tuo respiro prima di addormentarti.


Personalmente, avevo iniziato a seguire una routine che per me funzionava benissimo:

  • La mattina, appena sveglia, tongue scrap e poi un bicchiere di acqua tiepida

  • Dopo aver portato i bambini a scuola, mi dedicavo ad una breve sequenza di Asana (circa 15/20 minuti) seguita da 5 minuti di respirazione pranayama, e poi una meditazione di circa 7 minuti.

  • Al posto del caffè, prendevo una tazza di cacao puro: con calma, scrivendo su un quaderno le intenzioni per la giornata che stava iniziando e a lungo termine. Concentrandomi su pensieri positivi.






La risposta è sempre dentro di noi, ma possiamo farci aiutare e prendere per mano verso il nostro labirinto. Impariamo ad ascoltare, a capire cosa è giusto per noi e cosa no, impariamo a non farci carico sempre delle reazioni degli altri verso di noi, a dire NO, a normalizzare di voler stare da soli senza motivo, a esprimere le nostre emozioni anche con il nostro corpo.


Attraversare periodi difficili fa parte della vita, ma ciò che fa la differenza è il modo in cui scegliamo di affrontarli. Ho scoperto che l'ascolto di me stessa, l'apertura a nuove pratiche e la costanza nel prendermi cura del mio benessere sono stati elementi chiave per ritrovare equilibrio e serenità. Non esiste una formula universale, ma ognuno di noi può trovare il proprio percorso di guarigione, fatto di piccole abitudini, sostegno emotivo e strumenti che risuonano profondamente con la propria essenza. La strada non è sempre facile, ma è possibile tornare a vedere il mondo a colori.



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